Prego… alzate il sipario, ma accendete un solo riflettore. Basterà. Dirigete la luce sul volto, non c’è né maschera né cerone… Non ci sono e non ci sono mai stati. Vedrete una signora con i capelli adornati da fili d’argento. Ricorderete forse come era soltanto pochi anni fa… scattante e gioiosa, attenta e precisa in ogni sua cosa, con quegli occhiali che le davano un’aria da maestrina come se fosse un’eterna ragazzina. Quel suo sorriso sapeva , riusciva e conquistava chi ben la conosceva. Il tempo però passa inclemente e scrive la vita imprimendola sui tratti del volto. Tutti possono leggere e commentare… Non si è mai preoccupata di apparire o sembrare, ma di “essere”. “Essere” anche andando controcorrente, “essere” per gustare la vita nella sfumatura che si presentava e a cui lei si adattava paziente. Bene… osservatela ora… È una gentile signora. Osservate quegli occhi un tempo così intensi e profondi, ora pozzi scuri che non riescono a ingannare neanche il più acuto osservatore… in quella donna gli occhi una volta riflettevano la sua anima, la luce del sole e la tenerezza del suo cuore. Ora sembra che quegli occhi non guardino più; sono come un paesaggio sfocato sospeso nella nebbia. Quel sorriso poi che nel suo viso gentile era sempre pronto a fiorire, ora è spento, scomparso per sempre. Al suo posto una piega amara racconta il suo sgomento e la sua incredulità perché lei credeva di poter tutto conquistare con il suo affabile modo di fare. Ha creduto a una favola bella, ma ahime… ha scoperto col tempo che la sua favola somigliava a una stella che pulsa nel cielo, sfavilla e poi scompare gettandosi nelle acque profonde del mare. Si spengano i riflettori. Si chiuda il sipario… Silenzio… La gentile signora si china pian piano e raccoglie una rosa lanciata sul palco da una mano misteriosa… la posa sul cuore e comprende che tra gli spettatori c’è qualcuno che ha voluto fare omaggio alla sua fragile semplicità e a quel sorriso che nonostante il tempo non dimostra età.
©Daniela Costantini
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